Come proteggere la tua privacy online?

Come proteggere la tua privacy online?
Se vuoi proteggere in modo efficace la tua privacy online, quando navighi con il tuo Mac: nessun problema. Puoi farlo.
Puoi farlo utilizzando servizi gratuiti e semplici da usare. Ci sono infatti una serie di strumenti disponibili per tutti, che alzano di molto le difese contro i ficcanaso presenti sulla Rete.
Quei siti cioè che cercano di capire i nostri gusti; in teoria per venderci una migliore esperienza di navigazione.
In pratica essi usano i nostri dati per scopi che vanno ben al di là dell’ovvio e del ragionevole.

Ecco allora una serie di strumenti semplici per proteggere la tua privacy online quando navighi con il tuo Mac.

Il petrolio del Web siamo noi, o meglio: i nostri dati. E quando navighiamo disseminiamo ovunque i nostri dati.
Se cechiamo qualcosa con un motore di ricerca; se usiamo una certa app per la messaggistica.
Oppure se per la mail ricorriamo a un certo servizio molto popolare (Gmail): ebbene, questi sono tutti servizi gratis, certo. Ma che in realtà “ci” usano per monitorare gusti, tendenze, e molti altri dettagli della nostra personalità. Eppure esistono le alternative.

Usa DuckDuckGo per le ricerche sul Web

Le ricerche sul Web hanno un unico grande referente: Google. Ma non è più il solo.
Da un po’ esiste una valida alternativa. Un motore di ricerca alternativo, che si chiama DuckDuckGo.

home page duckduck go

D’accordo: l’icona forse non è granché, è vero. Ma DuckDuckGo è un motore di ricerca che in silenzio sta raccogliendo sempre più consenso (e utenti). Per quale ragioni? Innanzitutto funziona come Google: cerchi qualcosa e lui te la trova.
Poi: non raccoglie né condivide con alcuno le informazioni personali degli utenti, mai.

Per usare DuckDuckGo al posto di Google: lancia le preferenze di Safari, seleziona il pannello “Cerca”. In alto trovi la voce “Motore di ricerca” e un menu a discesa. Devi solo selezionare DuckDuckGo. Non devi scaricare o installare nulla.

preferenze safari

DuckDuckGo funziona anche su iOS naturalmente, e anche con navigatori Web come Firefox.

Meglio Signal di WhatsApp

Tutti usano WhatsApp perché… Perché tutti usano WhatsApp. Ma le cose cambiano.
Sì, da un bel pezzo questa applicazione è di proprietà di Facebook, che fa i soldi a palate grazie alla profilazione degli utenti che lì condividono tutto. Ma proprio tutto (o almeno: tanto). Questo spiega la ragione del fatturato stratosferico di Facebook. Però un sacco di gente, complice il Covid, ha iniziato a guardarsi attorno e a cercare delle alternative più rispettose della privacy.

Non è scritto da nessuna parte che si debba accettare un compromesso simile: sacrificare la mia privacy per restare in contatto con amici, conoscenti o parenti.
Allora in molti hanno puntato la loro attenzione su Signal. Che ha una serie di interessanti funzioni proprio in difesa dell’utente e della sua privacy. Per esempio: dopo un certo periodo i messaggi sono cancellati automaticamente. Sempre relativo alla privacy, ma anche alla sicurezza, è la cifratura end-to-end. Significa che nessuno potrà accedere al contenuto dei nostri messaggi. Questa cifratura non deve essere attivata: per impostazione predefinita è già attivata.

Signal non conserva i metadati (come invece fa WhatsApp, e Telegram): che cosa sono? Sono dei dati che indicano quando, dove e con chi abbiamo avuto una conversazione. Se la privacy è davvero importante, questi dati riguardano solo te e nessun altro. Di certo non devono riguardare un’azienda, giusto?
Signal tiene traccia solo del nostro numero di telefono: e basta. Non raccoglie altri dati, mai.
Inoltre è pure Open Source e quindi il suo codice sorgente è liberamente consultabile da chiunque. Non devi sentirti minacciato per questo. Anche se può apparire un paradosso: se il codice sorgente è liberamente consultabile da chiunque, vuol anche dire che ogni falla sarà scovata più facilmente. Ogni debolezza del codice individuata prima e “riparata”.

I tuoi amici non sono su Signal? WhatsApp è più popolare? Allora invita i tuoi amici e rendi Signal più popolare. In fondo agli inizi anche WhatsApp non lo conosceva nessuno.

Proteggi le tue mail con ProtonMail

La mail è una delle funzioni più usate. Di solito noi ci accontentiamo di quello che è gratis e usiamo quindi Gmail.
Ma le alternative rispettose della privacy degli utenti stanno prendendo piede anche in questo settore. Mai sentito parlare di ProtonMail?

home page sito protonmail

ProtonMail ha sede in Svizzera, e la Svizzera ha una delle legislazioni più severe al mondo a tutela della privacy delle persone.
nella sua versione base è gratuito, e ProtonMail offre:

  • 500 MB di spazio gratis
  • l’invio massimo di 150 messaggi al giorno
  • supporto limitato

Ma: tutti i server sono presenti in Svizzera (e quindi tutelati da quella legislazione). Viene usata la crittografia end-to-end per proteggere la tua posta elettronica. Vuol dire che nessuno (nemmeno ProtonMail) può ficcanasare in quello che scrivi. Mai e poi mai.
Inoltre ProtonMail è Open Source. Meglio dargli un’occhiata e capire come può esserci utile, giusto?

Usa Safari o Firefox

Per navigare sul Web: o Safari o Firefox.
Safari è di proprietà di Apple e Apple in questi ultimi anni ha dimostrato una grande attenzione per la privacy degli utenti. Per esempio: leggi la pagina in italiano che l’azienda di Cupertino offre ai suoi utenti. Essendo un’azienda che ricava il suo fatturato dalla vendita del proprio hardware, è stato quasi naturale rivolgere la sua attenzione a questo aspetto della vita di ciascuno di noi.

Poi ha reso questo attenzione qualcosa di più concreto. Se lanci le preferenze di Safari e poi ti sposti in “Privacy” trovi la voce che ha scatenato le proteste di un sacco di aziende pubblicitarie. Vale a dire: “Impedisci monitoraggio tra siti Web” (assicurati che la voce sia spuntata).

safari pannello privacy


Avrai notato che se per esempio cerchi una stampante su Amazon, “misteriosamente” quando vai su Facebook trovi un banner pubblicitario di una stampante. Questo avviene perché sei “vittima” di un monitoraggio portato avanti da provider di terze parti. Se la voce presente in Safari che abbiamo visto viene spuntata, periodicamente questi dati saranno cancellati (a meno che tu non torni a visitare quel provider di terze parti).

È una funzione che quindi non elimina le nostre tracce sul Web: solo mette un argine, ma questo è bastato per scatenare le ire proprio di alcuni aziende pubblicitarie, che hanno visto il loro raggio di azione limitato.

Ma non possiamo certo dimenticare Firefox, da sempre molto attento alla privacy degli utenti, oltre a essere Open Source. Forse la sua stella si è un poco offuscata poiché ha ritardato il suo sbarco sul mobile. Ma di certo resta una delle soluzioni più valide e sicure per chi ha a cuore la propria privacy.

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