Pronto per Mavericks? BuyDifferent regala l’ebook!

È vero, Mavericks è tra noi. Ma se sei tra i tanti che non hanno ancora aggiornato, perché sei un tipo prudente, oppure non hai ancora avuto il tempo per farlo, sappi che BuyDifferent ha una sorpresa per te.

Un ebook gratuito dal titolo “Prepariamoci a Mavericks” preparato dal nostro esperto Marco Freccero. Tutto quello che occorre conoscere per “planare” in Mavericks senza preoccupazioni, in un libro elettronico in PDF privo di DRM.

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E allora che aspetti? Scarica “Prepariamoci a Mavericks

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Come scegliere il giusto disco SSD

Continuiamo a conoscere da vicino i dischi a stato solido (o SSD). Se lo desideri, puoi leggere la prima parte.

Gli altri elementi da considerare nella scelta di un disco a stato solido sono:

  • Prestazioni di lettura/scrittura casuale 4k. In giro troverete scritto anche “Random 4K read/ write”: si tratta appunto di questo. Gli utenti di solito badano sempre alle specifiche sulla velocità di lettura e scrittura, e non si curano di questo tipo di prestazioni. Un disco SSD che secondo il produttore ha una velocit?á di lettura di 500 MB/s è sicuramente più veloce di uno a 400 MB/s. Però c’è da fare una riflessione. Cioè occorre prendere in considerazione l’uso del Mac che di solito facciamo noi.
    Quando per esempio notiamo che il nostro Mac con un disco rigido tradizionale è lento, questo non accade solo se gli diamo in pasto foto o filmati pesanti. Bensì nella gestione dei compiti più semplici. È a questa voce che l’utente domestico dovrebbe badare, perché buona parte del lavoro che svolge riguarda proprio file di entità modesta. Più i valori IOPS (Input Output Per Second) sono alti, migliori saranno le prestazioni comuni del Mac. Bassi valori nelle prestazioni di lettura/scrittura casuale 4K avranno delle ripercussioni visibili proprio nei compiti più comuni dell’utente.
  • La garanzia. Non dovrei scriverlo tanto è ovvio, ma visto che i dischi a stato solido sono una tecnologia che deve avere cura dei nostri dati, meglio scegliere un produttore che come minimo offra tre anni di garanzia. Su alcuni modelli dello stesso produttore, questa garanzia arriva addirittura a cinque anni. E sempre il backup.
  • Il processore SandForce. Alcuni produttori di dischi a stato solido (non tutti), ricorrono al processore SandForce per migliorare prestazioni e affidabilità. Tra questi da segnalare OCZ, Kingston, Verbatim, Corsair, Super Talent.
    Che cosa combina questo processore? Ci sono alcuni dati che non vengono compressi: quelli .Zip, quelli audio e video, JPEG… Quando il SandForce incappa in costoro, adotta un tipo di tecnologia per minimizzare i cicli di scrittura sulla memoria Flash, e migliorare in generale le prestazioni proprio in modalità scrittura.
  • Infine, a proposito della funzione Power Nap. Questa permette ai portatili di ultimissima generazione con SSD Apple di aggiornare il sistema operativo, i Contatti, il Calendario, i Documenti su iCloud, lo streaming Foto, le Note e i Promemoria anche quando la macchina si trova in stato di stop. Al momento solo alcuni SSD di terze parti supportano il Power Nap: per esempio i modelli Aura di OWC gestiscono questa tecnologia.

Prima di procedere all’acquisto, e solo se hai Mountain Lion (è questa l’unica versione a sfoggiare questa funzione), dovresti chiedere informazioni al produttore.

Ricordo inoltre che Power Nap funziona:

  • Sui MacBook Pro Retina;
  • Sui MacBook Air fine 2010 o superiori.

    è comunque necessario un aggiornamento del firmware.

    Questa limitazione è causata dal ricorso alla tecnologia di Intel, chiamata Intel Smart Connect. In pratica, il portatile Mac precipita in una modalità chiamata DarkWake: scheda grafica e au- dio sono “addormentati”, mentre CPU, Rete e disco a stato solido restano ben attivi. Prima ho scritto: “portatili di ultimissima generazione” non a caso.

    Se possiedi un portatile Apple con disco SSD potresti credere che aggiornando a Mountain Lion, potrai godere di Power Nap: no. Questo perché la particolare implementazione dell’Intel Smart Connect è disponibile solo su un limitato numero di macchine. Tutte le altre, o non supporteranno la funzione Power Nap, oppure se l’utente non può proprio farne a meno, dovrà scaricare e aggiornare proprio il firmware per attivarla. Se questo firmware sarà disponibile, è ovvio.

    [Marco Freccero, EspertoMac BuyDifferent]
    Scarica l’ebook SSD: Il tuo Mac col turbo

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Dischi SSD, che cosa sono?

SSD vuol dire Solid State Drive (disco a stato solido), e rappresenta la novità più interessante nel campo dell’archiviazione dei dati. Stanno sostituendo nei computer portatili (e in quelli da scrivania) i cari e vecchi dischi rigidi. Questi ultimi sono composti da dischi (o piatti) magnetici che sono scritti e letti da due testine induttive (una per ogni lato).

disco ssd

L’aspetto più interessante che rivestono i dischi SSD sono le caratteristiche che presentano, e che qui elenco in modo veloce, riservandomi di sviscerare alcuni punti più avanti.

Vale a dire:

  • Non contengono parti meccaniche. Mentre il disco del mio iMac (e del vostro) è composto da testine, rotore, dischi – un disco SSD non possiede niente del genere;
  • Consuma meno. Se ci sono meno parti meccaniche da far funzionare, questo significa che il dispositivo ha bisogno di meno energia per svolgere il suo lavoro. Inoltre, genera meno calore
  • di un disco tradizionale. Per i portatili una notizia decisamente interessante. Ecco perché i dischi SSD hanno trovato un impiego quasi naturale nei portatili: il cruccio dei produttori è fornire qualcosa di leggero, con buone prestazioni generali, che non scaldi le ginocchia dell’utente se deve tenerlo appunto sulle gambe;
  • Più silenzioso. Mi sembra evidente: niente parti meccaniche, meno rumore. Questo può essere un problema, benché possa apparire paradossale. Quando un disco rigido tradizionale sta per collassare, di solito inizia a emettere dei suoni, talmente espressivi che non c’è bisogno di un esperto per capire che qualcosa va storto. Il disco a stato solido muore in silenzio;
  • Più veloce. Sia per i motivi detti poc’anzi (no parte meccaniche), sia per la tecnologia Flash di tipo NAND che incorpora. Questo non significa che siamo alle prese con una chiavetta USB un poco più grande: no. È una cosa parecchio diversa perché i dischi SSD contengono per esempio un controller (ne parlerò più avanti);
  • Memoria virtuale più veloce. La memoria virtuale su OS X Mountain Lion è di per sé più veloce poiché l’ultima versione del sistema operativo di Apple usa esclusivamente il kernel a 64 bit. Il sistema precedente (vale a dire OS X Lion) non era completamente a 64 bit.
  • Ma cos’è questa memoria virtuale?

    Quando la RAM non è sufficiente, i dati sono scritti sul disco rigido, cioè una sua “porzione” viene usata appunto come memoria virtuale. Questa soluzione rallenta le prestazioni del Mac poiché non va alla velocità della CPU, bensì del disco rigido. Quando però si passa a un disco SSD, le prestazioni della macchina migliorano. I tempi di latenza si riducono quasi a zero, la velocità di trasferimento dei dati è ben più veloce.

  • Più robusto. Se un disco rigido cade a terra, ci sono discrete possibilità che diventi inservibile. Certo, i portatili Apple incorporano la tecnologia Sudden Motion Sensor, il cui fine è di evitare guasti o danni in caso di cadute. Però un disco SSD è del tutto privo di piatti e testine, e questo significa maggiore robustezza;
  • Tempi di latenza minimi. La latenza è il tempo che è necessario affinché la richiesta di leggere o scrivere i byte sul disco, sia “restituita”. Anche questo è uno dei vantaggi di questi dispositivi del tutto privi di parti meccaniche.

[Marco Freccero, EspertoMac BuyDifferent]

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L’iPad: salva il numero di serie

Dopo che l’iPad è estratto dalla scatola, ci sono alcune cose da fare subito. Non si tratta di ammirarlo, di verificare dove siano pulsanti e connessioni; ma di renderlo sicuro.

Ecco come: conoscendo il numero di serie. Vai in Impostazioni > Generali > Info e infine Numero di serie. Tocca per un paio di secondi, e apparirà il comando Copia. Incollalo in un file di testo, quindi caricalo su un servizio di archiviazione quale DropBox.

Oppure, scrivitelo da qualche parte e conservalo con cura. È un elemento importante, e in caso di furto o smarrimento, può rivelarsi prezioso.

Se colleghi il dispositivo al Mac, lancia iTunes, seleziona il dispositivo nella colonna di sinistra, e spostati nel pannello Sommario. Potrai conoscere l’UDID. Si tratta del codice unico per ogni dispositivo iOS, ma per conoscerlo davvero sarà necessario cliccare una volta sola sul numero di serie. Sì, lo puoi conoscere anche qui.

[Marco Freccero, EspertoMac BuyDifferent]

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Come aggiungere una firma digitale a un PDF

Con l’introduzione di Lion, Apple ha aggiunto una funzione nella sua applicazione Anteprima in linea con il passaggio dalla carta ai contenuti digitali: le firme digitali.

Aprendo un PDF, nel menu Annotazioni, sarà disponibile il bottone Firma che ci permetterà di creare o aggiungere una firma creata precedentemente e salvata.

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Impedire a Spotlight di cercare ovunque

Se desideri che Spotlight, il motore di ricerca di OS X non cerchi in determinate cartelle, fai così.

Apri le Preferenze di Sistema, premi su Spotlight quindi spostati in Privacy. In basso a sinistra ci sono due pulsanti: quello dell’addizione e quello della sottrazione.
Premi il primo e vai alla ricerca delle cartelle (o della cartella) che desideri tenere lontano dalla portata di Spotlight.

Quando cambierai idea dovrai solo tornare qui, selezionare la cartella e premere il segno meno, perché questa torni a essere oggetto della ricerca di Spotlight.

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Modificare l’ordine dei risultati di Spotlight

Quando effettui una ricerca con Spotlight, l’applicazione ti mostra i risultati non a caso, ma secondo un ordine preciso. Questo ordine è stabilito da Apple, ma puoi intervenire tu per modificarlo.

Apri le Preferenze di Sistema, premi Spotlight, quindi Risultati della ricerca. Qui sono indicate le categorie presenti su OS X entro le quali il motore di ricerca di Apple cerca. Se togli il segno di spunta, quell’elemento non sarà considerato nelle prossime ricerche.

Ma ogni categoria può essere trascinata o verso il basso o verso l’alto.

In questa maniera la ricerca esporrà i suoi risultati nell’ordine in cui sono ordinate le categorie. Nell’esempio dell’immagine qui sotto, il primo risultato sarà a proposito dei documenti, il secondo delle cartelle, il terzo dei documenti PDF, eccetera eccetera.

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TextEdit e la formattazione

Tra le varie funzioni che TextEdit mette a disposizione, occorre ricordare anche questa.

Se ricevi un documento con una formattazione particolarmente azzeccata, e desideri usarla per il tuo, puoi copiarla. Ma attenzione: in questo modo copierai appunto la formattazione, non il testo. Come?

Evidenzia il testo, e quindi spostati nella barra dei menu e scegli Formato > Font > Copia stile (o ricorri alla scorciatoia da tastiera)

formattazione textedit

Quando desideri assegnare quella particolare formattazione a un testo che contiene di tutto un po’, spostati di nuovo nella barra del menu, scegli di nuovo il percorso che abbiamo visto poco prima ma stavolta seleziona il comando “Incolla stile”.

[Marco Freccero, EspertoMac BuyDifferent]

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TextEdit e i file HTML

Perché scegliere Word, quando TextEdit fa benissimo le sue veci?

Tanto per cominciare salva (e apre), i più comuni formati; non solo RTF ma anche .odt (quello di OpenOffice.org e LibreOffice).

textedit opzioni di salvataggio

In giro ci sono degli ottimi editor HTML (a pagamento), ma se sei agli inizi puoi imparare questo codice affidandoti proprio a TextEdit (che è già dentro OS X e quindi non devi spendere nulla in più).

Dopo che hai salvato sul tuo Mac una pagina in HTML, potrai aprirla con questa applicazione. Ricordati solo, prima di salvarla, di mettere il segno di spunta all’opzione “Ignora i comandi RTF” nella finestra che apparirà.

In questa maniera la pagina sarà aperta e convertita in codice. Effettua tutte le modifiche che desideri e salva poi il file in .html.

[Marco Freccero, EspertoMac BuyDifferent]

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TextEdit e i suoi poteri nascosti

In realtà non funziona solo con TextEdit ma anche con Pages per esempio. Se non ti ricordi una parola, inizia a scrivere le sue prime lettere, e poi premi il tasto f5.
L’applicazione farà comparire un elenco di parole simili. Fai clic su quella prescelta, oppure usa le frecce per scorrere l’elenco e una volta individuata quella che ti serve, premi Invio.

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[Marco Freccero, EspertoMac BuyDifferent]

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