Safari versione 14: le altre novità

Il browser Safari è arrivato alla versione 14. E non è solo quella che è presente in macOS Big Sur. Perché questa versione del navigatore Web di Apple per i computer è anche disponibile per Catalina.
Abbiamo già indicato una piccola novità di questa versione di Safari in un precedente articolo: Come modificare la pagina di avvio di Safari.

Adesso però andremo a vedere il resto delle novità. Buona lettura.

Quali sono dunque le altre novità che porta con sé la versione 14 di Safari?

I pannelli, innanzitutto. I pannelli permettono di tenere aperte molte, o moltissime pagine Web, all’interno della sola schermata di Safari. Nulla di particolarmente nuovo, si dirà, poiché Safari le gestisce da un pezzo.
C’è però da dire che se il numero dei pannelli è davvero alto, Safari in un certo senso “reagisce”. In che modo?
Se i pannelli sono davvero tanti, Safari riduce i pannelli sino a ridurli alla sola icona.

Certo, a quel punto con la sola icona diventa difficile capire che pagina è quella, dal momento che il “nome” della pagina di fatto diventa illeggibile. Ma qui c’è un’altra novità decisamente interessante.

Sì, perché adesso puoi avere un’anteprima della pagina. Basta passare il mouse su un pannello e all’istante vedrai appunto di che cosa si tratta.

Infine eccone un’altra, e riguarda ancora i pannelli. Da un po’ Apple ha permesso di mostrare le favicon dei siti Web. Vale a dire le piccole icone che i siti presentano per distinguersi. La novità sta nel fatto che adesso questa funzione è attivata per impostazione predefinita. Mentre prima occorreva lanciare le preferenze di Safari, andare nella sezione “Pannelli” e mettere il segno di spunta alla voce “Mostra le icone die siti Web nei pannelli”.

Le estensioni di Safari

È abbastanza naturale che gli utenti desiderino ampliare le funzioni del loro navigatore Web scaricando e installando in esso delle estensioni. Il loro scopo? Come dice il nome stesso: estendere le capacità del browser Web. Sono prodotte da sviluppatori di terze parti, piccoli o grandi che siano (Evernote; oppure l’estensione che blocca gli annunci presenti sui siti Web).

Apple per ragioni di sicurezza non le ama moltissimo, ma ne permette l’utilizzo, a una sola condizione: le estensioni possono essere scaricate esclusivamente dal Mac App Store. E per scaricarle è sufficiente andare nella barra dei menu del navigatore Web, cliccare su Safari e poi selezionare la voce “Estensioni Safari”. Si lancia il Mac App Store e ci si ritrova all’interno della sezione dedicata apposta alle estensioni.

Una volta giunto qui, puoi scaricare quelle che preferisci. Attenzione però: alcune sono gratis; altre gratis nella versione base (e per avere il resto delle funzionalità occorre pagare); altre ancora sono a pagamento.

Safari e la privacy

Una delle funzioni che sono state tra le più contestate dai pubblicitari, si trova dentro la sezione “Privacy” di Safari. Il consiglio è di attivarla, se non lo è già. Parliamo di “Impedisci il monitoraggio tra i siti web”.

Il suo scopo? Impedire ai cookie di terze parti (visiti il sito X e installa i suoi cookie; ma su quel sito ci sono banner pubblicitari del sito Y, W e Z che provano a installare sul tuo navigatore anche i loro cookie. Se questa funziona è attivata i cookie di terze parti sono bloccati, e comunque la loro durata è limitata).

Adesso però puoi avere quando vuoi il resoconto del lavoro di Safari nel proteggere la tua privacy. Nella barra dell’applicazione c’è un nuovo pulsante.

Basta cliccarlo per vedere che cosa ha combinato Safari negli ultimi tempi.

Puoi espandere la freccia in basso per avere un elenco dei tracker presente su quella pagina Web.

In alto in questa piccola finestra c’è una “i”. Puoi cliccarla.

Qui hai un rapporto più dettagliato, compreso l’elenco dei siti Web visitati negli ultimi 30 giorni e del tracker che ha cercato di profilarti con maggiore determinazione. Senza alcuna sorpresa, scopriamo che è stato Google. Se ancora credi che i suoi fatturati derivino dalla vendita dei suoi smartphone… Adesso sai da dove arriva la montagna di denaro del motore di ricerca di Mountain View. Dal tracciamento degli utenti che navigano.

La verifica delle tue password

Navigare sul Web spesso significa anche dover gestire centinaia di password. Alcuni si rivolgono a soluzioni come LastPass (gratis nella versione di base); oppure 1Password (a pagamento).
Altri usano Safari: custodisce le password; se devi crearne una lui te la suggerisce (lunga e robusta); e quando torni su quel sito ci pensa lui a riempire il campo di testo con la password giusta.

Dentro le preferenze di Safari c’è una sezione apposita: Password. Selezionala. Siccome custodisce le tue password, per vederle devi per forza di cose digitare la tua password di Amministratore.
Qui è presente la funzione che permette di scoprire se abbiamo usato delle password “deboli”. Saranno contrassegnate da un triangolo giallo. Inutile aggiungere che se sono presenti questi triangolini, è bene intervenire subito.

Importare da Google Chrome

Se il nuovo Safari ti piace tantissimo, ma usi Chrome, niente paura.
Vai nella barra dei menu di Safari. Clicca File > Importa da e scegli di importare le password, i Preferiti e la cronologia del browser.

Prima di chiudere, un’altra novità di Safari che è bene ricordare.
Il navigatore Web porta con sé anche alcune informazioni; informazioni che sono poi “catturate dai siti che navighiamo. Quali? Per esempio il tipo di computer che usiamo; la versione del sistema operativo; la risoluzione dello schermo, eccetera. Tutti piccoli elementi che però aiutano i tracker a meglio identificare ciascuno di noi.
Bene: Safari limita anche questa opera di tracciamento, rendendo queste informazioni più “sbiadite”.

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