imac 2018

Che cosa sono gli SSD?

Ti stai chiedendo che cosa sono gli SSD.
Te lo stai chiedendo perché il tuo vecchio Mac, portatile oppure da scrivania, inizia a essere davvero un po’ troppo lento.
Il lancio delle applicazioni si prende dei tempi davvero imbarazzanti.
Aprire anche un semplice file di testo… Come sopra.
Tutto è diventato troppo lento. Troppe volte vedi la pallina colorata che gira, gira, gira. La vedi troppo spesso.

Per questo ti stai domandando se esiste una soluzione. E hai scoperto che se tu passassi da un disco rigido a un disco SSD le prestazioni del tuo Mac ne guadagnerebbero.

Prima però vuoi conoscere da vicino gli SSD. Capire che cosa sono e come possono aiutarti a velocizzare il tuo vecchio Mac.
Velocizzare il tuo vecchio Mac: di quanto?

Con un disco SSD puoi migliorare le prestazioni del tuo Mac sino a + 300% con gli SSD OWC proposti da BuyDifferent.

Andiamo allora a scoprire che cosa sono gli SSD.

Che cosa sono gli SSD?

Gli SSD (ovvero Solide State Drive: disco a stato solido) hanno ormai raggiunto, almeno sulla piattaforma Mac, una maturità tale che i portatili della mela morsicata sono disponibili solo con questo supporto di archiviazione.

Ma per quale motivo gli SSD si sono imposti sui computer di Apple?

Qualcuno ancora adesso ritiene che sia una forzatura da parte dell’azienda di Cupertino. Una specie di moda: quella di voler essere a tutti i costi «primi», ma a spese dell’utente che si vede costretto, se desidera un portatile Apple, a sborsare più soldi. Perché i dischi a stato solido costano di più, e spesso se ne sceglie uno con una capacità inferiore proprio per il prezzo ancora troppo alto.

Prima però di illustrare le caratteristiche di questo supporto, è bene ricordare che il loro prezzo, rispetto a un paio di anni fa, è calato. E continuerà a farlo. Samsung per esempio, ha annunciato che entro il 2020 desidera portare i prezzi dei dischi a stato solido allo stesso livello di quello dei dischi rigidi.

Nel 2016 un disco rigido costava 5 centesimi di dollaro per GB, mentre un disco SSD si aggirava tra i 20 e i 50 centesimi di dollaro. Quindi c’è di certo un problema di costi. Ma c’è un solo modo per far sì che le previsioni e le speranze di Samsung si avverino: i produttori devono osare. Apple, quasi certamente, equipaggerà i prossimi iMac solo con i dischi a stato solido e questo, se ovviamente scatenerà le solite lamentele da parte dei… critici di professione, dall’altro sarà un contributo decisivo per rendere questa tecnologia alla portata di più utenti.

 ssd samsung

Come riuscirà Samsung a renderli più economici? Con pesanti investimenti nell’innovazione, ovviamente.
Il nuovo tipo di dischi a stato solido prodotti dall’azienda coreana, utilizzano infatti l’architettura di memoria flash chiamata 3D V-NAND. Questa permette di impilare verticalmente 32 strati di celle uno sull’altro, anziché ridurre le dimensioni delle celle. La conseguenza? Migliori prestazioni rispetto all’architettura tradizione NAND, e maggiore durata.

Ma torniamo alla domanda precedente: perché i dischi SSD sono così popolari? Vediamo i loro punti di forza.

I punti di forza dei dischi SSD

Ecco i punti di forza dei dischi SSD.

ssd OWC

  • Non contengono parti meccaniche. Mentre il disco rigido è composto di testine, dischi, rotore… Un disco SSD non contiene niente del genere
  • minori consumi. Se mancano le parti meccaniche vuol dire che c’è meno «lavoro» da fare, quindi c’è bisogno di meno energia. Non solo: genera pure minor calore rispetto a un disco rigido tradizionale. E in questa maniera abbiamo scoperto perché i portatili Apple (e non solo), prediligono questo supporto. Il cruccio dei produttori di computer è fornire prodotti leggeri, con prestazioni generali convincenti e soprattutto, che non scaldi le ginocchia dell’utente se decide di tenere lì il proprio portatile. E ricordo inoltre che il riscaldamento di uno strumento, a meno che non sia una stufa o un termosifone, è sempre uno spreco di energia. Questo rappresenta un grave difetto dei motori a scoppio delle automobili, per esempio
  • più silenzioso. Se non ci sono parti meccaniche, avremo più silenzio. Ottima cosa, vero? Certo, qualcuno obietterà che i dischi rigidi, a volte, quando stanno per collassare, iniziano a emettere dei rumori. Per esempio, le testine paiono «grattare». Questo è il segnale che occorre spegnere tutto, sperare di avere un backup aggiornato, e procurarsi un altro disco. Il disco SSD è invece un tipo educato: muore in silenzio
  • maggiore velocità. Questa qualità deriva dal fatto che, non avendo parti meccaniche, il disco a stato solido è più veloce. Niente puntine magnetiche che devono spostarsi alla ricerca dei dati sulla superficie, niente piatti che ruotano: l’accesso è immediato. Ma un’altra componente che gioca a favore della velocità è la tecnologia Flash di tipo NAND che incorpora. Ma che, come ho indicato in precedenza, viene surclassata da quella, più recente, chiamata 3D V-NAND
  • più robusto. Se un disco rigido cade a terra, ci sono discrete possibilità che il colpo abbia ripercussioni sulle testine, per esempio. Ecco perché i vecchi portatili Apple con i dischi rigidi incorporavano la tecnologia chiamata «Sudden Motion Sensor». Il suo scopo era evitare i danni da cadute. Se c’erano variazioni di posizione improvvise, o movimenti troppo bruschi, il sensore disattivava all’istante le testine del disco rigido, per sbloccarle solo quando la posizione del portatile era di nuovo stabile. Ovviamente i dischi SSD non hanno la Sudden Motion Sensor
  • Memoria virtuale più veloce. Che cos’è la memoria virtuale? Quando la RAM non è sufficiente, i dati sono spostati momentaneamente sul disco, o meglio su una sua porzione che viene così usata come memoria virtuale. Se il disco è rigido le prestazioni si riducono, ma non succede affatto se si tratta di un disco SSD
  • Tempi di latenza minimi. La latenza è il tempo necessario perché la richiesta di leggere o scrivere i byte sul disco sia «restituita». Ed è breve perché non ci sono parti meccaniche

I difetti dei dischi SSD

Adesso occorre però descrivere un poco i difetti dei dischi SSD.
Il primo, e ne ho già accennato in precedenza, è quello relativo al prezzo.

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Altro punto debole?
La capacità di stoccaggio. Ormai dischi rigidi da 1 TB sono comuni come pane, e quelli da 5 o da 6 GB fanno capolino con prezzi che sono sempre più popolari, ed economici di quelli a stato solido.
I dischi SSD non «osano» ancora così tanto, proprio perché non avrebbe senso proporre dischi di certe dimensioni: non hanno mercato. Il loro prezzo terrebbe gli utenti ben lontani da essi.

Adesso una breve digressione che ha a che fare sia con il prezzo, che con la spinta all’innovazione che Apple conferisce al settore.

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Apple e i dischi a stato solido

Nel 2016, Apple ha presentato i nuovi MacBook Pro che, tanto per cambiare, hanno scatenato polemiche piuttosto violente per via del prezzo. Certo, non sono economici, ma occorre ricordare che la desinenza «Pro» ci ricorda che non sono macchine per tutti; ma imbarcano già ora tecnologie che presto (un paio di anni?) saranno anche sugli altri modelli di fascia bassa.

Per esempio i MacBook Pro da 15 pollici presentati nel 2016 portavano in dote dei dischi SSD (attenzione: come per i modelli da 13 pollici, sono saldati sulla scheda madre e non è possibile sostituirli: devi decidere al momento dell’acquisto la loro dimensione perché dopo non ci potrai fare niente) che, secondo un articolo di ComputerWorld dell’epoca, erano di un paio d’anni in anticipo sulla concorrenza.

 computerworld testata online

E proprio il disco a stato solido disponibile su questo modello è, sempre secondo la testata online statunitense, il più veloce disponibile su un portatile.

 macbook pro 15 touch

Nella pratica, la duplicazione di una libreria foto di circa 9 GB richiede poco più di 10 secondi. La velocità di lettura tocca i 3 Gbps, mentre in scrittura è attorno a 1,5 Gbps. Questi sono fatti (fatti) che per un professionista fanno la differenza.

Ma c’è una precisazione ancora da fare.
Questi MacBook Pro usano la tecnologia PCI Express assieme all’interfaccia NVMe (o NVMExpress); e non è un dettaglio da poco. Occorre ricordare che buona parte dell’hardware viene ancora concepito e realizzato per i dischi rigidi; anche se si fabbricano SSD. Adesso si sta iniziando a fare davvero sul serio: si realizza hardware e interfacce per SSD. Quella SATA va bene per i dischi rigidi; ma ci vuole qualcosa di radicalmente differente per le unità a stato solido. E l’interfaccia NVMe è quella che ci vuole; per questo Apple la usa suo MacBook Pro da 15 pollici.

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