Apple e l’innovazione

Quando parliamo di innovazione dobbiamo sempre capire di che cosa vogliamo parlare esattamente.
Una delle più grandi differenze in questo campo è non sapere la differenza tra aggiunta di funzioni più o meno inutile ed innovazione.
È innovazione permettere di fare la stessa cosa di prima in quattro modi diversi?

Il mondo è pieno di tecnologie attuali ed in sviluppo ed è una verità incontrovertibile che gran parte non riusciranno ad diventare mainstream ovvero raggiungere un livello di diffusione tale per cui varrà la pena di investire per svilupparle ulteriormente.

Per chi ritiene che sia un problema solo per le aziende piccole. Devo dire che non sempre pur con tutte le aziende che possono star dietro ad una specifica tecnologia si riesce ad ottenere la diffusione.

Ci sono poi alcune tecnologie molto promettenti che non raggiungono mai gli Stati evolutivi successivi. È stato il caso della FireWire per esempio che era pianificata come tecnologia per raggiungere livelli di prestazioni superiori (nasceva a 400 Mbit e doveva arrivare a 3200 Mbit) ma è stata uccisa di fatto dalla USB da un lato ed oggi dalla Thunderbolt se pensiamo ad una tecnologia di nicchia per usi professionali.

Un altro errore che spesso si fa è quello di vivere la tecnologia come una gara tra innovazioni piuttosto che tra modalità di utilizzo.
Mi spiego meglio.
È molto molto raro il caso che una innovazione di per sé sia in grado di cambiare le cose, ma occorre sempre considerare l’implementazione che di quella tecnologia viene fatto o verrà fatto e porla in relazione con le alternative.

Un altro errore è quello di guardare la tecnologia “a basso spettro”.
Cosa voglio dire?
Semplice. Molto spesso ad uccidere la tecnologia che stiamo guardando o di cui siamo “Fan” non è necessariamente una tecnologia simile in sviluppo da un concorrente, ma è un cambiamento del paradigma o una nuova modalità che rende quella tecnologia non più così necessaria.

Prendiamo il caso dei Blu-Ray.
Sembravano essere il futuro non solo dei film ad alta definizione ma anche dell’informatica per l’archiviazione dei file come sostituti dei CD-R o dei più “recenti” DVD-R.
Invece la realtà dice che sono rimasti relegati alla nicchia di coloro che li hanno acquistati o come nuovi lettori DVD o per vedersi il film in alta definizione.
Non sto svalutando l’importanza per queste persone di questa tecnologia, sto solo dicendo che date le premesse che aveva il Blu-ray è diventato una nuova FireWire.

In questo caso a sconfiggerlo, però, non è stata tanto una tecnologia di scrittura di dischi più efficiente, ad oggi di commercialmente rilevanti non ne esistono, ma un cambio di paradigma.

Il cambio si chiama cloud, Internet, e capacità fortemente aumentate dei dischi fissi e il basso costo delle pendrive usb che sono anche riscrivibili e compatibili con praticamente tutti i computer.

Ci sono poi tecnologie che nascono già per differenziarsi ed in quel caso ha meno senso interrogarsi sulla diffusione, penso ad esempio alla tecnologia che utilizzava apple negli iPod all’inizio ovvero il famoso cavo 30 pin Apple per scelta non l’ha concessa ad altri.
Quindi in questo caso lo scontro è sul raggiungimento di una scala che consenta una adeguata efficienza di scala, senza appoggiarsi a standard industriali come il micro-usb.

L’esplosione dei device porta con sé anche la possibilità di sviluppi tecnologici non prevedibili precedentemente.
Infatti se io so di poter utilizzare un determinato chip su 200 milioni di dispositivi ogni anno avrò certamente la possibilità di sviluppare alcune tecnologie che hanno bisogno di scale importanti.

Pensiamo al vetro “gorilla glass” che fu montato negli iPhone 4. Era una tecnologia che aveva più di trent’anni, ma non aveva trovato utilizzi, perché non aveva il mercato giusto. Apple scelse quel tipo di superficie ed oggi quella tecnologia si è potuta sviluppare molto.
È chiaro che non tutte le tecnologie possono contare su un fattore di scala così importante.
Quello che invece diventa interessante è il fatto che oggi è possibile contemporaneamente avere alcune tecnologie che diventino degli standard mondiali utilizzati praticamente da tutti, unitamente a tecnologie proprietarie che comunque ottengano il fattore di scala necessarie per mantenerle competitive con i cosiddetti standard industriali.

Un altro errore che trovo spesso in molti commenti e valutazioni è una sorta di “occidente centricità” delle tecnologie.
Questo vuol dire che si è una tecnologia non è diffusa negli Stati Uniti o in Europa ad essere buoni o in alcuni casi per molte persone in Italia, allora non ha alcuna speranza di aver successo e sarà un flop Per tutti.

Il caso NFC in questo è emblematico. NFC (Near Field Communication) è una tecnologia che permette di gestire tra le varie cose anche i pagamenti elettronici con il vostro cellulare liberandovi dalla schiavitù delle carte di credito o del contante.

Detto così sembra un eldorado, ma non lo è soprattutto per la scarsa diffusione della tecnologia. Questo è uno dei motivi per cui Apple, fino ad ora, si è tenuta lontana da questo mondo. Ora le cose potrebbero cambiare, perché sembra stia siglando l’accordo con l’operatore China Unicom. Questo accordo aprirebbe ha detto la possibilità di integrarsi con il sistema di pagamento utilizzato da quest’operatore che ha già una base di installato notevole. A quel punto cambiando le fasi di ragionamento potrebbe cambiare anche il risultato finale.

Una tecnologia infatti ha senso se si può avere contemporaneamente o una base di utenti elevata o può crescere molto molto velocemente o infine se permette di disporre di differenze rilevanti rispetto ai competitor.

Occorre riflettere sempre su opportunità, rischi e scelte strategiche di ogni nuova tecnologia per non trasformarsi in fan ciechi alla realtà.

Antonio Capaldo – CEO BuyDifferent

vendere-mac-usato

Lascia un commento